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Gli astronomi hanno scoperto dei “mondi erranti”

Ultimo Aggiornamento: 23/02/2013 08:33
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23/02/2013 08:31

Anche i pianeti possono essere “orfani”. Vagano nell’oscurità da soli perché non ci sono stelle nelle vicinanze attorno alle quali orbitare.

Con l’aiuto di un telescopio ad infrarossi che si trova alle Hawaii gli astronomi europei hanno appena individuato uno di questi corpi. Il girovago solitario è stato studiato più dettagliatamente dall’osservatorio sulle montagne cilene.

E’ probabile che si tratti del pianeta interstellare più vicino, a 100 anni luce di distanza. Se si fosse formato in un sistema stellare, perché ne avrebbe poi lasciato i confini? Vladimir Surdin, astrofisico dell’Istituto di Astronomia Štenberg dell’Università Statale di Mosca, dice che nella meccanica celeste può verificarsi anche questo fenomeno:

Se in un sistema stellare ci sono diversi pianeti di grande massa, essi si fanno concorrenza l’uno con l’altro per sgomberare il posto per sé. Nel Sistema Solare il medesimo ruolo lo hanno svolto Giove e, in parte, Saturno. In altri sistemi stellari c’erano molti “Giove” e non tutti hanno trovato posto. In quei casi essi espellono dalla loro sfera d’attrazione gravitazionale i pianeti di massa minore. Per molto tempo però non siamo stati capaci di trovare pianeti orfani dato che non sono illuminati e visibili se lontani dalle stelle. Abbiamo cominciato ad individuarli per la loro irradiazione propria solo recentemente, grazie all’avvento dei telescopi ad infrarossi.

L’antico corpo celeste compare nelle riprese come un pallido punto blu. Il colore azzurro rivela la presenza di metano atmosferico. Ma notare il “pellegrino” non basta. Bisogna dimostrare che si tratta effettivamente di un pianeta e non di una nana bruna, un tipo di stelle che si sono quasi esaurite, come chiarisce Oleg Malkov, direttore dell’Istituto di Astronomia dell’Accademia delle Scienze russa:

Il parametro principale secondo il quale si può stimare se è un pianeta o una stella è la massa. Per un corpo singolo, in generale non viene determinata, può solo esser misurata. La si può misurare in modo diretto solo in un sistema binario, quando il corpo celeste interagisce in qualche modo con un altro. In questo caso è estremamente probabile che l’oggetto sia proprio un pianeta. Per dimostrarlo bisogna dimostrare che la sua massa è inferiore a determinati parametri. Se li supera allora si tratta di una stella con una piccola massa.

Secondo le stime preliminari, la massa del corpo celeste appena scoperto è di 4-7 volte maggiore di quella di Giove. Meno critica un altro aspetto: un oggetto la cui massa è 13 volte superiore a quella di Giove si scalda di compressione propria in quanto nel suo sottosuolo è in atto una reazione nucleare. “L’errante” individuato non ha una temperatura superficiale molto alta: 430 gradi centigradi. Gli astronomi sono quasi certi che il corpo era inizialmente legato con il flusso di giovani stelle ad alta velocità nella costellazione meridionale “Dorado”, che si è formata meno di 120 milioni di anni fa. Secondo Vladimir Surdin, nel “mondo degli erranti” possono crearsi le condizioni adatte per forme di vita primitive:

E’ evidente che sulla superficie di questo pianeta gigante non può esistere la vita, la temperatura è alta. Ma sui satelliti che spesso scortano i pianeti giganti, la vita è perfettamente possibile. Lo vediamo sul modello del Sistema Solare dove ogni pianeta gigante, come Giove o Saturno, presenta satelliti e condizioni passabili.

Lo scienziato racconta che ci sono diverse fonti di calore per i satelliti dei pianeti interstellari. Grazie ai raggi infrarossi dei pianeti caldi, e ai suoi poli magnetici, nel sottosuolo dei satelliti si forma il cosiddetto calore Joule. Inoltre c’è anche la forza di attrazione: la gravità dei pianeti giganti “rimescola” costantemente il loro interno provocandone il riscaldamento. Questi fenomeni avvengono sui satelliti di Giove e di Saturno, in particolare su Europa ed Encelado, sulla cui superficie ci sono degli oceani di acqua acida e dove, forse, c’è anche la vita. Ma una altra persona intervistata da “La Voce della Russia” ritine che il solo calore non sia sufficiente:

Perché esista la vita per come siamo abituati ad osservarla sulla Terra è indispensabile la luce delle stelle. In un pianeta interstellare singolo non può esistere.

Non vediamo la composizione dei satelliti di pianeti non illuminati. Inoltre i pianeti orfani sono molto differenti. Attualmente la loro scoperta risale a meno di un decennio fa. Gli astronomi ritengono che i pianeti orfani siano una regola, più che un’eccezione, e son pronti ad inserirli in una speciale classe di corpi celesti. Sono previsti dei lavori su un’ipotesi espressa, la quale afferma che i pianeti raminghi sono anche di più di quelli normali che fanno capo ad una stella. Se così fosse nella sola Via Lattea potrebbero esserci svariati miliardi di orfani.

italian.ruvr.ru/2012_11_19/pianeti-orfani/
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