sabato 9 marzo 2013, 02:25 di Marcello Poggi
Che meravigliosa aria di giustizia che si sente oggi in Trentino-Alto Adige. Il cuore generoso e grondante di sangue (non loro) dei cacciatori ha lasciato forse con poco ossigeno le loro menti ed è stata coniata questa legge, anche se ad opera di chi, a ben vedere, è da stabilire, forse cercando di scegliere un male minore in modo a mio avviso assurdo. Non una legge che dice, non fosse mai, di non uccidere gli animali per sport, o di non farlo in presenza di cuccioli. No, la sensibilità è talmente elevata che si è pensato di sparare prima ai cuccioli che ai genitori. Come se, poi, i genitori soffrissero meno.
Una legge schifosa e inaccettabile in una materia odiosa come la caccia. Se da un lato non sono un ingenuo e so bene che se la gente mangia carne è preferibile mangiarla cacciandola, il trattamento che viene riservato agli animali è del tutto gratuito, frutto di ignoranza (vedi caso dei lupi), di spirito di aggressività e violenza gratuita, se non di frustrazione. Non dico per tutti, ma questa è la sensazione che ho. Compresa quella che a volte l’esibire un fucile compensi ben altre mancanze fisiologiche. Basta vederli, questi eroi, che, parole testuali di un cacciatore “se no con che scopo vado a girare nel bosco?”. Ma almeno ci andassero nei boschi. Spesso li vediamo in piena città, appena c’è un campo ad azzuffarsi tra loro per una gallina spennata, quando va bene che non si sparano fra loro. O peggio, a noi. Perché che in tempo di pace, debba essere io che debba farmi notare per non essere preso di mira in un Paese non in guerra è veramente intollerabile.
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