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"EDOARDO COSTA, RUBATI 570.000€ ALLA ONLUS"

Ultimo Aggiornamento: 25/05/2011 10:39
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25/05/2011 10:38

MILANO - Aveva fondato un'associazione senza scopo di lucro per aiutare i bimbi dei paesi più poveri del mondo, ma dei fondi raccolti con iniziative ed eventi una fetta consistente sarebbe finita nelle sue tasche, mentre solo le briciole in beneficenza. È quanto ipotizza il pm di Milano Bruna Albertini nell'indagine, appena conclusa, in cui è indagato il noto attore di fiction, tra cui 'Viverè, Edoardo Costa, al secolo Edoardo Cicorini, assieme ad Antonino Savia, ingegnere e amministratore dell'immobiliare Abbadesse.

A squarciare un velo sulla vicenda, per cui oggi la Guardia di Finanza ha notificato ai due l'avviso di chiusura dell'inchiesta in vista della richiesta di processo, sono stati alcuni servizi televisivi di 'Striscia la notizià e di 'Italian Job'. In seguito gli accertamenti di Procura e Fiamme Gialle hanno permesso di ricostruire quello che è stato battezzato lo «scandalo sugli aiuti umanitari». L'attore-modello (ha recitato anche nel film 'Notte prima degli esamì) avrebbe fondato e utilizzato Ciak Onlus, con sede a Brera e di cui è anche Presidente, allo scopo di «dare visibilità al proprio nome e alla propria immagine», per poi, attraverso manifestazioni e serate raccogliere fondi apparentemente destinati ai piccoli, ma in realtà, in base agli accertamenti, in gran parte da lui intascati.

Così, tra il marzo 2004 e l'aprile 2009, promuovendo serate per i bimbi del Kenya o per i 'ninos de ruà che popolano le favelas di Rio de Janeiro, o proiettando filmati per illustrare progetti umanitari 'fantasmà, avrebbe truffato ignari benefattori e si sarebbe appropriato, utilizzando anche per esigenze personali la carta di credito dell'associazione, di una somma considerevole: secondo i calcoli di inquirenti e investigatori dei circa 650.000 euro raccolti, solo 80.000 sarebbero stati destinati all'assistenza dei bimbi. Si ritiene però che la cifra raccolta sia stata in realtà molto superiore, poichè non è stato possibile quantificare tutto il denaro drenato nel corso dei vari eventi.

Questo perchè nella maggior parte dei casi la Onlus raccoglieva denaro contante, di difficile tracciabilità. Nel corso delle indagini, inoltre, sono stati sequestrati 7.325 libri fotografici, relativi ai progetti benefici promossi dall' associazione, le cui spese di realizzazione sono state pagate utilizzando denaro proveniente dalle oblazioni di aziende o privati cittadini. Ora Costa e il suo complice rischiano il processo con le accuse di appropriazione indebita e falso materiale, falso in atto pubblico e uso di documenti falsi e, solo per l'attore, anche truffa.

www.leggo.it/articolo.php?id=123441
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25/05/2011 10:38

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Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi... [SM=g27988]
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