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BATTERIO KILLER, 20 MORTI. CASO SOSPETTO A FIRENZE. OMS: "HAMBURGER BEN COTTI"

Ultimo Aggiornamento: 04/06/2011 16:53
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04/06/2011 16:51

ROMA - Una donna di 62 anni è morta stanotte a Firenze, intorno alle 4.40, nella sua abitazione di Sesto Fiorentino (Firenze). Si sospettache il decesso possa essere stato causato dal batterio killer e per questo il pm ha disposto l'autopsia. Secondo quanto ricostruito, la donna ieri mattina è andata dalla guardia medica accusando forti dolori addominali; i sanitari le hanno diagnosticato una gastrointerite acuta e l'hanno dimessa. Stanotte si è sentita male e alcune vicine di casa (la vittima viveva da sola) hanno chiamato il 118. I sanitari hanno constatato il decesso dell'anziana e hanno allertato i carabinieri, che a loro volta hanno informato dell'accaduto il pm di turno. La salma è a disposizione dell'autorità giudiziaria che ha disposto l'autopsia, che dovrebbe tenersi già questo pomeriggio all'Istituto di medicina legale dell'ospedale fiorentino di Careggi.

FALSO ALLARME IN ALTO ADIGE Nessun caso confermato di infezione da nuova forma di Escherichia coli in Alto Adige. L'azienda sanitaria regionale smentisce la notizia, circolata in queste ore, di un primo contagio in Italia, relativo ad un turista tedesco ricoverato all'ospedale di Merano. «Non c'è nessuna emergenza», spiegano fonti interne all'Adnkronos Salute. Si stanno solo attuando le procedure indicate anche dal ministero: in tutti i casi di diarrea emorragica, se il paziente è anche stato in Germania prima del 15 aprile, viene fatto l'esame delle feci per verificare l'eventuale presenza del batterio killer. Ad oggi non risultano conferme e non c'è nessun paziente con complicanze renali, indica l'azienda. Nella Regione sono circa 100 i casi di 'normalè diarrea grave, visitati dal medico di famiglia o in ospedale. «Ma si tratta di dati nella norma». Il test viene fatto, però, solo se il paziente è anche stato anche i Germania.

UN MORTO IN GERMANIA: BILANCIO SALE A 20 Sale a 19 in Germania, 20 in tutta Europa, il bilancio dei morti dell'epidemia di Escherichia Coli, ma il numero dei contagi al di fuori dei confini tedeschi rimane poco al di sopra del centinaio, anche se non mancano i falsi allarmi come quello del turista tedesco in Alto Adige, colpito da una forma diversa non pericolosa. Secondo quanto scrivono oggi i giornali tedeschi, il numero delle vittime in Germania legati all'epidemia è aumentato di due, portando il totale europeo a 20, compresa una donna morta in Svezia nei giorni scorsi. Secondo i dati dell'Oms, che però per la Germania sono ancora fermi alle 15 di due giorni fa, risultano ufficialmente notificati 1.836 casi complessivi di Sindrome emolitico-uremica (Seu) e di Escherichia Coli Enteroemorragico (Ehec), 101 dei quali in altri 11 Paesi europei. A questi ultimi vanno anche aggiunti i casi negli Stati Uniti che secondo la CDC di Atlanta sarebbero legati all'epidemia in Germania, saliti oggi a 4. Rimane ancora tutto da determinare il cibo che fa da veicolo all'epidemia. Il ministro della Salute Ferruccio Fazio ha detto oggi di aver chiesto alla Germania «di fare indagini specifiche sulle forme di confezionamento, perchè sembrerebbe più trasversale», la modalità di diffusione del batterio, piuttosto «che riferita a un singolo alimento». In ogni caso, il ministro ha voluto ribadire che «i nostri cibi e le nostre verdure sono assolutamente sicure, bisogna però lavarle sempre. Comunque non abbiamo problemi, la nostra sanità è sotto controllo, e le nostre strutture sono allertate». «Se prima o poi - ha aggiunto Fazio - ci sarà un italiano che è stato nella zona di Amburgo e che ha avuto la malattia non ci dovremo stupire; perchè la malattia è circoscritta a una zona, come già avvenuto con altre patologie in passato». Sull'epidemia di Escherichia Coli, che « è stata alimentata una psicosi che è già costata 25 milioni al Made in Italy», la Coldiretti oggi ha organizzato delle manifestazioni antipanico con la distribuzione da parte degli agricoltori di cetrioli e altra frutta e verdura Made in Italy a chilometri zero nelle aree di sosta delle autostrade nel Lazio e in Emilia Romagna. «L'Italia deve chiedere i risarcimenti alle competenti autorità europee per i danni economici per il crollo dei consumi provocati dalla diffusione di notizie, poi risultate infondate», ha detto il presidente di Coldiretti, Sergio Marino.

Oltre alla vittima nel Brandeburgo, prosegue la Bild, sempre ieri è deceduta una donna di 80 anni nel Meclemburgo-Pomerania Anteriore (nordest). La vittima del Brandeburgo è un uomo di 54 anni che era stato ricoverato per quattro giorni in un ospedale di Potsdam, a circa 40 km a sudovest di Berlino. Nel complesso, ci sono finora 13 casi sospetti nel Brandeburgo e altri 31 nella capitale. Secondo il tabloid, finora il Land più colpito è lo Schleswig-Holstein (Nord) con 5 vittime (4 donne e un uomo). Seguono la Bassa Sassonia (nordovest) con 4 vittime (tutte donne) e il Nord Reno-Westfalia (Ovest) con 3 morti (tutte donne). Inoltre, l'infezione ha colpito mortalmente la città-Land di Amburgo (Nord), dove si contano 3 vittime (2 donne e un uomo), il Meclemburgo-Pomerania Anteriore (nordest) con 2 vittime (donne), la città-Land di Brema (nordovest) con una vittima (donna) e ieri il Brandeburgo (nordest) con una vittima (un uomo).

ALLARME IN RISTORANTE LUBECCA Un ristorante di Lubecca, nello Schleswig-Holstein (Nord), il Land tedesco con il maggior numero di vittime di E. Coli (5), potrebbe essere la chiave per risalire alla fonte dell'epidemia che ha già provocato 19 morti in Germania e una in Svezia. Secondo quanto scrive oggi il quotidiano locale Luebecker Nachrichten, finora 17 persone che hanno visitato il ristorante hanno contratto l'infezione legata al ceppo Ehec del batterio killer.

"ATTENZIONE AGLI HAMBURGER" «Abitualmente questo microrganismo vive nell'intestino dei bovini. Quindi si può trovare nelle carni crude, come le tartare, ma anche negli hamburger. Il mio consiglio è di cuocere tutto molto bene». Lo dichiara in un'intervista a 'la Repubblica' Donato Greco, epidemiologo esperto Oms per le malattie batteriche, in merito all'infezione di escherichia coli che sta colpendo la Germania. Quanto all'ipotesi che l'infezione possa diffondersi attraverso l'acqua, Greco aggiunge: «Il modo in cui si sta diffondendo la malattia mi fa escludere questa ipotesi. Tra l'altro quel germe non ama stare nell'acqua, dove pure può essere presente. Anche frutta e verdura mi sembrano meno probabili rispetto alla carne: non ho mai visto dei colli enterotossici su questi alimenti. Comunque credo, e mi auguro, che l'Oms nel giro di poco ci dica da dove parte la malattia. Mi sorprendono i tempi lunghi impiegati dalla Germania per capire cosa sta succedendo». In merito alle cure, secondo l'epidemiologo, «gli antibiotici non sono indicati come terapia. Il danno non lo fa il batterio ma la tossina da questo prodotta. È questa che va combattuta. Gli antibiotici piuttosto rischiano di sconquassare ancora di più la flora naturale dell'intestino e quindi usarli potrebbe essere controproducente. Ci sono altre terapie, anche complesse vista la gravità della malattia».

OMS: "103 CASI FUORIMLA GERMANIA" Sono in tutto 13 i Paesi dove sono stati accertati casi di di sindrome emolitico-uremica (Seu) e di Escherichia Coli Enteroemorragico (Ehec), secondo l'ultimo aggiornamento dell'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), per un totale di 1.836, 103 dei quali al di fuori della Germania. Alla Germania, epicentro dell'epidemia, vanno infatti aggiunti altri 11 Paesi europei e gli Usa, dove la CDC di Atlanta ha accertato due casi di Seu collegati all'epidemia tedesca. Per la Germania i dati al momento sono fermi alle 15 del 2 giugno e risultano ufficialmente notificati 520 casi di Seu (11 morti) e 1.213 di Ehec (6 morti), per un totale di 1.733 (17 morti). Negli 11 Paesi europei sono stati accertati in tutto 101 casi - 31 di Seu, 1 fatale e 70 Ehec, così suddivisi: Austria 2 (Ehec), Repubblica Ceca 1 (Ehec), Danimarca 17 (7 Seu, 10 Ehec), Francia 10 (Ehec), Olanda 8 (4 Seu, 4 Ehec), Norvegia 1 (Ehec), Polonia 1 (Seu), Spagna 1 (Seu), Svezia 46 (15 Seu, 31 Ehec), Svizzera 3 (Seu), Regno Unito 11 (3 Seu, 8 Ehec). Tutti i casi accertati di Seu e Ehec tranne 1, rileva l'Oms, sono di pazienti che vivono in Germania o vi si sono recati di recente.

FAZIO: "INDAGINI SU CONFEZIONI" «Abbiamo chiesto alla Germania di fare indagini non soltanto a campione generale, ma su specifiche forme di confezionamento degli alimenti». Lo spiega il ministro della Salute, Ferruccio Fazio a margine dell'incontro oggi al San Raffaele di Milano, insieme al ministro dell'Economia Giulio Tremonti, con il vicepresidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping. In riferimento, dunque, al batterio che sta destando allarme in Europa, il ministro tiene ad evidenziare che «sembrerebbe»un fenomeno «più trasversale piuttosto che legato ad un singolo alimento». Fazio ha voluto comuqne «ribadire che il nostro cibo e le nostre verdure sono assolutamente sicure». Il consiglio è quello di «lavarle sempre. Dobbiamo sempre farlo». L'Escherichia coli è «un batterio conosciuto già nell'800» ricorda il ministro sottolineando ancora una volta che «non abbiamo problemi. La nostra sanità è stoto controllo, le nostre strutture sono allertate». E nemmeno deve destare preocucpazione qualora «un italiano, che è stato nella zona di Amburgo, abbia avuto la malattia. Non ci deve stupire. La malattia è circoscritta ad una zona». «Non è una mutazione -fa ancora presente Fazio- ma una normale ricombinazione di batteeri che hanno più tossicità e noi meno anticorpi». «Quanto al veicolo -conclude- è ancora sotto studio», di qui la richiesta alla Germania di ulteriori indagini sulle confezioni.

BIOLOGI: "AUMENTARE MISURE IGIENICHE" L'Associazione microbiologi clinici italiani (Amcli) invita ad aumentare il livello di attenzione adottando le necessarie misure igieniche dopo l'allarme per batterio killer isolato in Germania. «Il responsabile della epidemia in Germania - spiegano - è un ceppo variante di Escherichia coli chiamato STEC 104:H4 i cui parenti più stretti (93% di uguaglianza) sono ceppi isolati nella Repubblica Centrafricana e conosciuti per causare gravi forme di diarrea. Nel DNA della variante che attualmente circola nel nord della Germania, si sono trovati anche geni che causano colite emorragica e sindrome emolitico-uremica, molto probabilmente provenienti da altri ceppi batterici con i quali è avvenuta 'coniugazionè, ovvero una forma di accoppiamento tra batteri con scambio di materiale genetico. Inoltre la sequenza del suo DNA dimostra come il nuovo ceppo abbia anche geni per le resistenze a vari antibiotici che si devono usare per trattare queste infezioni, e come, quindi, sia difficile da trattare. Ecco perchè del nuovo ceppo si ha timore». Ecco, secondo l'Amcli, cosa si deve fare: «da parte dei cittadini, nonostante in Italia non vi siano casi, è sempre utile adottare misure igieniche stringenti per evitare ogni possibile contatto oro-fecale; da parte delle autorità sanitarie: attuare piani di sorveglianza, da parte dei medici di famiglia; identificare casi di diarrea sospetti; da parte dei ricercatori, identificare la fonte d'infezione (ancora tutta da definire) e darci un rapido e specifico strumento diagnostico; da parte dei Microbiologici clinici, mettersi in grado velocemente di poter diagnosticare questa nuova infezione poichè la diagnosi rapida permette un trattamento rapido e appropriato e questo fa calare i rischi per i pazienti».

COLDIRETTI: "UE RISARCISCA IL DANNO" «L'Italia deve chiedere i risarcimenti alle competenti autorità europee per i danni economici subiti ingiustamente dai produttori di frutta e verdura nazionali per il crollo dei consumi provocati dalla diffusione di notizie, poi risultate infondate, sull'epidemia di Escherichia Coli, la cui causa è stata attribuita dalle autorità tedesche all'inquinamento di una partita di cetrioli provenienti dalla Spagna». È quanto ha affermato Sergio Marini il presidente della Coldiretti. Il divieto alle esportazioni in Russia dove l'Italia spedisce ortaggi e legumi freschi per un importo di 4,4 milioni di euro all'anno è solo l'ultimo effetto della approssimazione nella gestione dell'emergenza che - ha sostenuto Marini - ha provocato un crollo nei consumi in tutta Europa e che ha colpito ingiustamente anche le produzioni nazionali di ortofrutta con perdite che hanno raggiunto i 25 milioni di euro. La Coldiretti oggi ha organizzato iniziative 'antipanicò con la distribuzione da parte degli agricoltori di cetrioli e altra frutta e verdura made in Italy a chilometri zero nelle aree di sosta delle autostrade nel Lazio «La macchia Ovest» (zona Frosinone) e in Emilia Romagna la Sillaro Ovest (zona Bologna) A14 direzione Sud mentre a Treviso presso l'azienda agricola Barzan Luigino in via Canizzano 153/C è stata preparata insieme alla Regione Veneto una mega insalatona.

www.leggo.it/articolo.php?id=125430
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04/06/2011 16:52

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04/06/2011 16:53

Hamburger eh? Allora non è solo colpa dei cetrioli...Chissà quale altra diavoleria avrà fatto l'uomo (vedi "mucca pazza")
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