BERLUSCONI, SHOW DA VESPA: "SENZA CERVELLO CHI VOTA I CANDIDATI DI SINISTRA"

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AbbaZuzzU
00mercoledì 25 maggio 2011 23:01
ROMA - Silvio Berlusconi, intervistato da Bruno Vespa per la registrazione di 'Porta a Porta' in onda stasera, ha lasciato dichiarazioni su numerosi argomenti, dai tg alle amministrative, passando per le sanzioni dell'Agcom.

"MULTE AI TG? NON CREDO VERRANNO PAGATE" Il premier commenta così le multe inflitte ai Tg della Rai e dI Mediaset che venerdì scorso hanno trasmesso una sua intervista: «Io credo che non si pagheranno. È una follia la decisione dell'Agcom». Il Cavaliere, ha spiegato inoltre di aver ricevuto le richieste in contemporanea dai telegiornali sanzionati ed ha proseguito dicendo che la «par condicio è una norma liberticida. Sono stato in ogni tg tre minuti e mezzo, mi hanno fatto tre domande, ho fatto risposte di un minuto».

Per Berlusconi, in riferimento al colo voto contrario durante le votazioni che hanno portato alle sanzioni commenta: «uno dei nostri», proseguendo che all'interno dell'Autorità garante delle comunicazioni c'è «impar condicio».

"CEDO IL PASSO SE..." «Io sarei disposto a farlo, se questo favorisce la ricomposizione dell'area moderata e da tutti venisse riconosciuto qualcuno come leader». Lo afferma il premier Silvio Berlusconi, nel corso di Porta a Porta, rispondendo a chi gli chiede se sia disposto a fare un passo indietro se questo servisse a ricomporre il centrodestra con l'Udc.
- «Tutte le volte che io, in una riunione del Pdl, accenno alla possibilità di un successore scoppia la rivoluzione», prosegue, «Io credo che in questo momento sia molto difficile che questo possa esistere; credo che se mi venisse un colpo il Pdl avrebbe certamente il nome di un mio successore da proporre alla lega per continuare con questa maggioranza e con questo governo...».

CONTI PUBBLICI:MANOVRA 40 MLD: "NON È COSÍ" «Non è così»: il premier, Silvio Berlusconi, rispondendo ad una domanda a 'Porta a Portà sulla necessità di arrivare al pareggio di bilancio nel 2014 esclude che si tratterà di un intervento da 40 miliardi come emerso in questi giorni. «Dobbiamo tendere a ridurre il deficit per il 2015 - spiega - siamo già in una buona situazione e quest'anno sarà al 4,3%». E anche per la riduzione successiva del debito (46 miliardi l'anno a partire dal 2015) spiega che «sarebbe impossibile». E che siamo chiamati piuttosto «a una gestione accorta del debito pubblico». Il nodo resta comunque dove reperire le risorse necessarie a far scendere il deficit fino a quota quasi-zero. Compito assai arduo per il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Molti di quelli già 'colpitì dalla politica del rigore mettono infatti le mani avanti: 'abbiamo già datò.

Il ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, esclude che nella manovra correttiva ci possano essere nuovi interventi sulle pensioni. «Il sistema è stabile - dice - non ci sono ragioni per nuove misure», dopo gli interventi decisi con la correzione del 2010 (finestra mobile dal 2011, aggancio dell'età di pensionamento all'aspettativa di vita dal 2015, aumento dell'età di vecchiaia per le donne della P.a. con parificazione a 65 anni nel 2012). Il Governo sembra escludere così sia l'aumento dei contributi sia un intervento sull'età di pensionamento di vecchiaia delle donne nel settore privato anche se questa misura porterebbe risultati immediati (circa 1 miliardo l'anno se si innalza l'età di vecchiaia di un anno ogni due). Le donne italiane che lavorano nel privato infatti possono ancora uscire dal lavoro per vecchiaia a 60 anni aspettando poi, come tutti, un anno ancora a causa della finestra mobile e andando in pensione di fatto a 61.

Dal Governo sembra non ci sia la volontà di mettere mano a una riforma che sarebbe molto impopolare, ma in tutti i principali paesi europei l'età di collocamento a riposo di donne e uomini è la stessa, in gran parte dei casi a 65 anni. Sulla previdenza le altre ipotesi possibili - se il Governo decidesse di aprire questa partita con la manovra correttiva - potrebbero essere l'aumento dell'aliquota contributiva ai lavoratori parasubordinati (al momento al 26% contro il 33% dei dipendenti) o un ulteriore intervento sulle anzianità. E anche la sanità non dovrebbe entrare in ballo. Le Regioni mettono in guardia il Governo: «abbiamo già fatto un patto» - dice Vasco Errani - se la situazione cambia i tagli già previsti «vanno rivisti». Ma il nodo è appunto dove reperire questi 40 miliardi: e da questo punto di vista le ipotesi di lavoro sono abbastanza ridotte. Escluse pensioni, sanità, regioni ma anche pubblico impiego (che ha già subito il blocco degli aumenti salariali e del turn over) restano infatti poche strade. Una è un ulteriore taglio lineare alla spesa dei Ministeri, che però ha già creato non pochi problemi nei rapporti interni all'esecutivo. Altra strada potrebbe essere una patrimoniale ad esclusione dei titoli pubblici e delle prime case.

Ma anche questa strada non incontra i favori dello stesso premier, Silvio Berlusconi che anzi l'ha usata in campagna elettorale ma contro l'opposizione. E non sarebbe una buona idea in un momento di turbolenze finanziarie legate ai debiti. E mentre le alienazioni del patrimonio immobiliare dovrebbero andare a riduzione del debito (quindi potrebbero essere utilizzate a partire dal 2015) c'è da verificare gli spazi lasciati dalla riforma fiscale che però, dice il Governo, sarà almeno nella prima fase «neutrale» dal punto di vista finanziario. Tra le ipotesi resta infine quella dei condoni. Ma il governo ha più volte escluso questa strada che oltretutto dà risorse, ma una tantum.

RAPPORTO CON LA MAGISTRATURA «Non è vero che io ho continuato a dire la magistratura, la magistratura...», ha inoltre proseguito il premier, quando il conduttore gli ha chiesto se non pensi di aver fatto un errore a parlare dei giudici di Milano durante la campagna elettorale. «Dedicavo alle procure della Repubblica al massimo tre o 4 minuti per ogni comizio erano i giornali e i tg a dare spazio solo a queste cose».
Tuttavia si lascia scappare un commento amareggiato: «Noi pensiamo che la sovranità appartenga al popolo? No è di Magistratura democratica e dei suoi pm».
«Io ho un solo potere -afferma- quella di suggerire una legge al Parlamento» e poi, con la debita firma del capo dello Stato, comincia il lungo iter in Parlamento con le modifiche apportate dalle commissioni e dall'Aula di ciascuna Camera. Alla fine, ricorda il Cavaliere se il capo dello Stato la ritiene in linea con gli interessi generali e rispettosa della Costituzione la firma «se no torna indietro». Ma non è finita lì, è il lamento del premier, perchè «se la legge poi non piace alle Procure, la portano di fronte alla loro Corte costituzionale che la abroga». Ecco, la conclusione per cui la sovranità non appartiene più al popolo ma a «magistratura democratica» e ai «suoi pm».

NO A PISAPIA «in Parlamento ha fatto solo leggi a tutela dei terroristi, o per l'eutanasia». Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, registrando Porta a Porta.

NO A DE MAGISTRIS «Il signor de Magistris non ha nessuna esperienza, dove ha fatto il magistrato è stato censurato, gli è stata tolta la funzione di pubblico ministero, è stato trasferito di sede, è un incapace totale, un demagogo, un agitatore politico, un bell'uomo, piace magari alle donne, sa mostrarsi, ma non ha nessuna sostanza. Ha combinato degli sfraceli, anche calpestando i diritti delle persone contro cui ha avviato delle cause e va a dire non costruiremo il termovalorizzatore: e come farete a risolvere il problema dei rifiuti?»
Il premier ha poi proseguito: «Non credo che ci sia una persona con la testa sulle spalle che possa votare per il signor De Magistris; uno che vota per il signor del De Magistris vada a casa, si guardi nello specchio e dica sono un uomo o una donna senza cervello».
Per quanto riguarda Napoli, Berlusconi espone il suo progetto: creare nuovi quartieri, sul modello di quanto fatto all'Aquila, per offrire nuove case ai proprietari di quelle che verranno abbattute.
«Gli obbrobri si devono cancellare,e si cancelleranno, ma non si può prendere una famiglia e dirgli da domani sei sul marciapiede. Prendiamoci del tempo per fare, anche dal punto di vista umanitario, interventi ammissibili». «Non è una sanatoria. Ma ci sono delle costruzioni che sono state costruite senza licenza perchè per averla a Napoli ci volevano almeno due anni di tempo. E mi si dice, anche con la busta in bocca»

"IO, UNICO CHE PUÓ TENERE INSIEME IL CENTRODESTRA" «Sarei felice -ha proseguito il premier- di tornare a fare il mio mestiere da imprenditore. I cimiteri sono pieni di persone indispensabili, sono assolutamente convinto di questo, ma tutte le volte che si parla di una mia sostituzione, tutti i ragionamenti delle persone sensate sono: in questo momento il centrodestra è l'unica alternativa di governo, nel centrodestra l'unica persona che può tenere insieme le forze politiche del centrodestra si chiama Silvio Berlusconi».
Il premier si è dimostrato sicuro di sè e a chi gli chiedeva se sia ipotizzabile un governo guidato da una persona diversa da lui in questa legislatura ha risposto: «Lo escludo. Tendo ad escludere questa possibilità...».

CODICE UNICO A PARTIRE DAL 2013 «Credo che il codice unico fiscale possa vedere la luce a partire dal 2013», ha detto il presidente del Consiglio, sottolineando che la riforma porterà alla «abrogazione di una infinità di leggi» che rendono difficile persino il lavoro di commercialisti e fiscalisti.

"IN NESSUN PAESE PREMIER COSÌ UMILIATO" «Lei si immagina un capo del governo che deve subire l'umiliazione come imputato quando invece dovrebbe difendere il Paese al massimo del suo prestigio. Non succede in nessun Paese civile». Ad un giornalista che gli fa notare che lui è anche un cittadino, il cavaliere risponde: «secondo lei è normale per un cittadino avere 24 accuse infondate? Io vado in tribunale e quando sono lì penso di assistere a cose paradossali, e mi domando in che modo sia amministrata la giustizia».

"EGIZIANI TRATTANO MALE ZIO DI RUBY" «È normale che facessi una telefonata, tutto il resto è stata una montatura di certi pm di Milano ma lo stesso pm così come il funzionario della Questura avevano detto che era tutto regolare e che l'affidamento è una pratica che fanno 500 volte all'anno».
«Il presidente Mubarak è stato trattato in modo indecente. Adesso telefonerò al nuovo governo egiziano e ne chiederò la scarcerazione assumendo che è lo zio di Ruby!!».
Il premier continua a ironizzare: «Sono una persona che soccorre le persone in pericolo... Lo farei anche per Rosy Bindi...», sostiene, accompagnandpla frase con una risata.

ELEZIONI AMMINISTRATIVE In riferimento alle amministrative, il premier ha poi proseguito: «Queste sono elezioni particolarissime in cui influisce la personalità del candidato. La partita, nel calcio, finisce dopo 90 minuti, qui la partita finisce dopo il secondo turno».
«Come Popolo della Libertà -ha detto ancora il premier- non abbiamo da lamentarci come tutti gli altri partiti che hanno avuto dei cali assolutamente importanti». Berlusconi ha fatto riferimento ai dati del Pd nel Lazio, in Campania e in Calabria.
«Come Popolo della Libertà -ha aggiunto- siamo al 26,42%, non siamo soddisfatti», ha detto ancora il presidente del Consiglio, insistendo sul carattere particolare di queste elezioni e facendo riferimento al sistema di voto: «entrando in cabina -ha spiegato- avendo ricevuto un lenzuolo ho avuto grandi difficoltà a trovare il nostro simbolo tra una ridda di simboli e questo spiega perchè ho avuto 28 mila voti con il nome scritto Berlusconi».

«Si, i dati sono lì». Risponde così il premier Silvio Berlusconi nel corso della registrazione di Porta a Porta a chi gli chiede se il voto amministrativo rappresenti anche un dato nazionale.

MORTE FIGLIO GHEDDAFI E NIPOTI INFONDATA Berlusconi aggiorna anche sullo stato si salute della famiglia del rais: il figlio minore di Muammar Gheddafi e i tre nipotini del cui decesso era stata data notizia nell'ambito degli interventi militari alleati contro il regime, in realtà sarebbero vivi e si troverebbero fuori dalla Libia: «Alla coalizione non risulta, risulta sia propaganda e che il figlio minore di Gheddafi non sia in Libia e viva in un altro Paese e anche la vicenda dei tre nipotini risulta infondata. Queste sono le informazioni dei nostri servizi».

"NON TEMO LA LEGA" Ad una domanda di Massimo Franco, del Corriere della Sera, che gli chiedeva se non temesse «attentati» contro la sua leadership dentro la maggioranza, magari da parte della Lega, Berlusconi ha risposto: «Lo escludo nella maniera più assoluta... Non ci sono purtroppo alternative a questa situazione».

"COMPLETEREMO IL PIANO GLOBALE" «Finalmente disponiamo di una maggioranza coesa che condivide la volontà di completare il piano globale delle riforme. Faremo la riforma del fisco e daremo il sostegno al Sud, ci saranno anche molteplici interventi a sostegno delle piccole e medie imprese. Faremo tutto il possibile stante la situazione dei conti».

"BALLOTTAGGI,È COLPA DEI CANDIDATI" Il premier Silvio Berlusconi ha fatto un'analisi del voto nel corso dell'ufficio di presidenza del Pdl sottolineando anche che il voto amministrativo non andava caricato di un significato politico. "Molto del risultato - ha detto riferendosi in particolare ai ballottaggi di Napoli e Milano dove la sinistra stando ai sondaggi è in vantaggio - è dipeso dalla scelta dei candidati. Il premier, sempre secondo le stesse fonti, ha aggiunto: "siamo in campo per restarci. Dare le città in mano all'estrema sinistra è una follia".

"NON E' ANDATA COSI' MALE" I risultati del primo turno delle elezioni amministrative non sono andati così male come è stato dipinto da certa stampa e soprattutto dall'opposizione che ha dichiarato una vittoria che non c'è. È il ragionamento, secondo alcuni presenti, ha svolto Silvio Berlusconi nel corso dell'ufficio di presidenza del PdL.

"FISCO, BASTA VESSAZIONI" Dopo il voto di fiducia di ieri la maggioranza è rafforzata e più coesa ed ora dobbiamo fare le riforme promesse ai cittadini, a partire da quella del fisco in modo che non ci siano più vessazioni per i cittadini. È il ragionamento svolto da Silvio Berlusconi, secondo quanto riferito da alcuni presenti, nel corso dell'Ufficio di presidenza del Pdl, durante il quale il premier ha ripreso le parole di Giulio Tremonti sostenendo che è ora di dire basta alle ganasce fiscali.

CALDEROLI: NESSUNO STOP AI MINISTERI AL NORD Lo spostamento dei ministeri, o dei dipartimenti, al Nord, si farà. A garantirlo, il ministro per la Semplificazione Normativa, nonché coordinatore della Lega Nord, Roberto Calderoli. «Nessuno stop allo spostamento dei dipartimenti al Nord, ma la questione è così importante da non poter essere strumentalmente interpretata come semplice argomento da campagna elettorale per i ballottaggi - ha detto Calderoli - Lo si farà e comunque, il Presidente Berlusconi ci ha dato la sua parola».

ALEMANNO: MINISTERI AL NORD? VOTI IL PARLAMENTO «Credo sia necessario un voto parlamentare che dica no a questo smembramento delle funzioni della Capitale. Credo che siamo di fronte ad una sorta di tregua armata. Credo che la reazione del territorio, di Roma e delle istituzioni, abbia in qualche modo frenato questi progetti. Però bisogna avere un confronto politico molto serio per archiviarli definitivamente». Lo ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, dopo le parole del ministro Roberto Calderoli che ha smentito il congelamento della questione relativa allo spostamento dei ministeri. Per Alemanno questo tema «va affrontato dopo i ballottaggi, perchè fare contemporaneamente il secondo turno di elezioni e affrontare il tema dei ministeri mi sembra fuori luogo e autolesionista per il centrodestra».

"PREMIER HA DETTO DI NO AGLI SPOSTAMENTI" «Berlusconi ha ribadito che non si farà lo spostamento dei ministeri. La questione è chiusa, è un fatto importante. Adesso ci sono i ballottaggi, dopo se ne riparla». Lo afferma il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, lasciando Palazzo Grazioli al termine dell'Ufficio di presidenza del Pdl. «Il presidente Berlusconi ha ribadito che non c'è in vista nessuno spostamento» ha detto Alemanno, «ne prendo atto - ha aggiunto - e per noi è un fatto importante. Poi resta il voto parlamentare per chiudere definitivamente una questione che di tanto in tanto risorge ma per adesso mi sembra che la vicenda sia chiusa. Facciamo i ballottaggi - ha concluso - e poi ne parliamo». «Roma non è solo ministeri e in ogni caso non permetteremo che la Capitale venga smembrata da qualcuno del Nord. E poi ai milanesi di avere i ministeri non importa nulla», ha ribadito Alemanno.

Mercoledì 25 Maggio 2011 - 22:28

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AbbaZuzzU
00mercoledì 25 maggio 2011 23:02
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