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Non è da escludersi che a breve scadenza l’Antartide possa diventare per gli abitanti della Terra una zona preferita di soggiorno in spiaggia.
I membri della Spedizione Scientifica Internazionale verso la costa orientale della regione polare meridionale del pianeta sono giunti alla conclusione che in futuro qui possa tornare il clima subtropicale.
Studiando gli strati geologici dell’Antartide, gli specialisti che lavorano nell’ambito del Programma unificato per lo studio dell’Oceano Mondiale, hanno trovato delle prove del fatto che 53 milioni di anni fa da queste parti crescevano palme e piante verdi, affini al baobab e alla macadamia – noce australiana. In quel periodo la temperatura al polo sud d’inverno era al livello di 10 gradi Centigradi, d’estate – saliva fino a 25 gradi.
È risultato assai difficile accertare che cosa avveniva in Antartide all’epoca del primo Eocene. L’era glaciale che avvenne 34 milioni di anni fa, eliminò la maggior parte della roccia sedimentaria che avrebbe potuto fornire la chiave del passato dei cambiamenti climatici. Tutto quello che restò rappresentava chilometri di ghiaccio. Ma gli scienziati sono riusciti letteralmente a scavare le rocce sedimentarie volute perforando a questo scopo un pozzo profondo 4 km sul fondale marino presso la Terra di Wilkes. Nei campioni ottenuti oltre al polline e alle spore delle piante i ricercatori hanno scoperto dei residui di piccoli organismi monocellulari – archei, nelle cui strutture cellulari sono stati individuati dei cambiamenti molecolari direttamente legati alla temperatura del suolo in cui vivevano questi organismi. In sostanza, gli archei erano minuti termometri seppelliti milioni di anni fa. Secondo uno dei ricercatori James Bendle, University of Glasgow, in quel periodo le coste dell’Antartide avevano l’aspetto simile a quello dell’attuale costa nord-orientale dell’Australia.
Le ricerche geologiche in altre zone del pianeta dimostrano che anche lì avvenivano sostanziali oscillazioni di temperatura,- constata il dottore in scienze geologico-mineralogiche Igor Davidenko. La Terra è simile ad una macchina con raffreddamento ad acqua e ad aria che funziona con irregolarità che hanno un carattere ciclico,- spiega l’esperto. Egli ritiene che nell’antica Antartide potesse esserci un clima subtropicale poiché nella lunga vita della Terra – circa 4,5 miliardi di anni – il pianeta visse molti cicli climatici.
Dieci mila anni fa, - prosegue Igor Davidenko,- sulla Terra faceva così tanto freddo che al posto dell’attuale Mare Glaciale Artico c’erano montagne di ghiaccio alte circa 4-5 chilometri. Poi tutte esse si sciolsero provocando una spaventosa alluvione che trasformò l’Eurasia.
Igor Davidenko sottolinea che oggigiorno lo studio del periodo del primo Eocene è particolarmente attuale poiché proprio questo periodo di tempo è considerato dagli scienziati “equivalente termico” degli attuali cambiamenti climatici sul pianeta. Il primo Eocene viene chiamato spesso serra Eocene poiché il tenore di biossido di carbonio nell’aria di quel periodo era quasi il doppio di quello d’oggi. Lo scienziato è convinto che una nuova informazione sull’effetto serra naturale risalente al passato remoto del pianeta aiuterà a valutare giustamente l’impatto dei gas serra sul cambiamento del clima d’oggi.
Alla necessità di ridurre l’emissione di questi gas almeno di due volte è dedicato il rapporto più recente del Gruppo Intergovernativo di esperti sul cambiamento del clima. In caso contrario il numero della catastrofi naturali nel 21 secolo può decuplicare, - dicono gli esperti, sperando che le loro ragioni saranno la base per l’adozione, da parte della comunità mondiale, di decisioni per la riduzione dell’emissione dei gas serra nell’aria“La Voce della Russia”