Roma: uomo perde il lavoro per difendere dei gattini

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Odidina
00sabato 30 marzo 2013 17:00


C’è una brutta,bruttissima querela in corso a Roma, e riguarda la morte violenta di alcuni gatti randagi all’impianto AMA di Rocca Cencia. Lo scorso 18 febbraio, un allora dipendente dell’impianto denuncia l’uccisione, da parte di un collega, di alcuni gattini neonati.Il responsabile delle violenze sarebbe un 50enne che, successivamente, avrebbe anche minacciato fisicamente e poi percosso il ragazzo che aveva cercato di fermarlo.Il teatro delle violenze sarebbe stato l’area vicina al nastro per la selezione dei rifiuti. Qui, il 50enne avrebbe notato quattro gattini appena messi al mondo.Ne avrebbe a quel punto raccolto uno da terra solo per scagliarlo al suolo con violenza, uccidendolo all’istante.Il collega più giovane, Cristian Castaldi, avrebbe a quel punto cercato di fermare le violenze, ma l’altro avrebbe reagito dapprima minacciandolo verbalmente, e poi scagliandogli addosso un cucciolo in gesto di sfregio. Infine il pestaggio: una gomitata in faccia e una spinta violenta contro il muro.Castaldi ha denunciato il fatto ai Carabinieri di San Vittorino. Racconta di aver segnalato quanto accaduto al capoturno, di avergli detto di essere stato picchiato perché aveva cercato di difendere i gattini. Il capoturno avrebbe risposto che probabilmente se lo meritava.All’ospedale di Tivoli, il giovane è stato refertato per trauma cranico, lesioni al volto e crisi di panico. Oggi ha perso il lavoro.“Da quel giorno è iniziata una trafila vergognosa”, racconta al Il Corriere , “L’unica preoccupazione è stata mascherare l’accaduto, coprire le responsabilità. L’AMA ha scritto in un rapporto che i quattro mici erano stati trovati già morti, ma non è vero. Un collega ha preso i due superstiti e gli dà ancora da mangiare. Ma a me, intanto, mi hanno licenziato”.Il licenziamento risale allo scorso 5 settembre, ma il 26enne e padre di un bambino non si dice pentito. Anzi, spera di trovare un lavoro che lo tenga a contatto con gli animali. Quelli fatti di pelo e piume, non quelli umani che ti mettono le mani addosso se cerchi di difendere chi è fragile e inerme.Tra l’altro, secondo la CGIL la vicenda dell’aggressione a Cristian è chiarissima e comprovata da documentazioni oggettive. Maria Teresa Pascucci, rappresentante USB Roma, dichiara: “La storia di Cristian era ben nota ai vertici aziendali. Per ben tre volte abbiamo segnalato mediante lettera all’amministrazione delegato, al presidente, al direttore del personale e al direttore tecnico la gravità dell’episodio subito dal lavoratore. Non avendo voluto verificare l’accaduto, i vertici hanno di fatto coperto i colpevoli”.Non è la prima volta che AMA è al centro di scandali difficili da coprire: nelle ultime settimane si era parlato di promozioni facili e di video scandalo su cocaina e furti di rame.La società di smaltimento rifiuti romana abbozza e tenta di difendersi come può, arrivando al punto di dichiarare (come se facesse differenza, nella sostanza) che l’uccisore di gatti non sarebbe un dipendente diretto ma un esterno, un impiegato internale all’epoca in forze presso la sede di Rocca Cencia.Tuttavia, secondo il comunicato di AMA, le dichiarazioni dei dipendenti e del responsabile dell’impianto risulterebbero “diametralmente divergenti” rispetto a quanto riportato nell’articolo del Corsera che per primo parlò della vicenda.I vertici dell’azienda continuano ritenendo le accuse “lesive dell’immagine dell’azienda” e le “rigettano con sdegno”. Infine, si vantano di evidenziare, nel lavoro quotidiano, “una particolare sensibilità ambientale a 360 gradi”.Viene da chiedersi cosa sarebbe mai accaduto se si fossero definiti insensibili.
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