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I fast food fanno risparmiare tempo, ma accorciano la vita

Ultimo Aggiornamento: 03/03/2013 15:41
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03/03/2013 15:41

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© Collage: «La Voce della Russia»
 

Il consumo prolungato dei cibi ai fast-food fa male al fegato quanto l'epatite. Gli scienziati americani sono giunti a questa conclusione. Secondo gli esperti il piatto più nocivo sono le patatine fritte.

Quale uomo moderno non ama i fast-food?! In passato in Russia, per esempio, i pasti duravano a lungo, gustando il cibo – ora invece si è diffusa l'abitudine di mangiare un boccone mordi e fuggi. Spesso gli abitanti delle metropoli non hanno tempo per preparare una colazione, un pranzo e una cena di buona qualità. E allora vengono loro in aiuto generi alimentari che apparentemente “fanno risparmiare il tempo”, ma in realtà accorciano la vita. I medici hanno appurato che in un solo mese il fast-food “uccide” il fegato nella stessa misura in cui lo fanno epatite e itterizia. Il fatto sta che le patate, il pollo e la cipolla si friggono nel grasso, aggiungendo non solo molto sale, ma anche zucchero, ciò che conferisce ai prodotti la crosta dorata ben nota. Insieme tutto ciò produce un’enorme quantità di cosiddetti grassi saturi, ciò che provoca la distrofia di fegato.

Il titolo del principale “killer” spetta a kebab che contiene mediamente 120 grammi di grasso, mentre il consumo giornaliero non deve superare 70-80 grammi. Mangiare un kebab equivale a bere un bicchiere di grasso culinario fuso. In Russia il principale avversario del cibo nocivo consumato alla svelta è Gennadij Oniščenko, medico sanitario di Stato, che ha invocato più di una volta i russi a mangiare ciò che siamo abituati a “livello di memoria genetica”: patate, crauti, carne. Dal canto loro i produttori dei fast-food non si affrettano a rendere i loro piatti più salutari e sani – ciò che inevitabilmente porterebbe al rincaro del menù e alla preparazione dei piatti meno veloce. Dunque la moda impone le sue regole anche sulla nutrizione e poco importa se esse a volte hanno un impatto esplosivo sulla salute . Il diavolo non è poi così brutto come lo si dipinge, ritiene Alexei Novikov, il presidente dell’Associazione nazionale dei fast-food.

Non si può non affermare che il cibo dei fast-food può nuocere alla salute se lo si consuma permanentemente. Cioè mangiare per colazione, pranzo e cena i cibi fast-food. Noi non raccomandiamo di farlo ogni giorno. Perché? Perché non bisogna abituare l’organismo allo stesso tipo di alimentazione e favorire le malattie che potrebbero scaturire da questo tipo di alimentazione. Che i fast-food possano nuocere alla salute lo dicono quasi dappertutto, ma un'hambuerger e delle patatine consumati qualche volta al mese, non creano un danno particolare alla salute.

Un danno di sicuro lo subisce la forma fisica! Le agenzie giornalistiche sempre più spesso lanciano l'allarme sul fatto che il numero di persone obese aumenta ad un ritmo simile a quello di un'epidemia. Tra i paesi leader ci sono gli USA, dove una persona adulta su tre è in sovrappeso. In Gran Bretagna i "ciccioni" sono il 23% della popolazione. Anche la Russia, con il suo 18%, non è troppo distante. Nel tentativo di capire le cause del fenomeno scienziati americani hanno condotto una serie di test interessanti. Ai ratti usati come cavie è stato somministrato cibo altamente calorico, simile a wurstel, hamburger e pancetta per gli esseri umani. In seguito l’organismo degli animali ha subito trasformazioni chimiche: ai ratti non bastavano più le porzioni di cibo precedenti, il che ha causato una dipendenza rovinosa. Secondo il parere degli scienziati, alla base di tossicodipendenza e obesità ci sono gli stessi meccanismi. Il sistema dei fast-food fa rima con atmosfera di festa, gioia e allegria. Proprio per questo, consumando cibo a preparazione veloce, l’uomo inizialmente prova euforia, migliora il suo umore ma, dopo un pò, arrivano la tristezza, l’abbattimento ed è possibile anche la depressione. Per cambiare la situazione, l’organismo richiede un ennesimo hamburger. Elena Solomatina, medico-dietologo, è convinta che in tal modo la gente entri nel circolo vizioso della dipendenza alimentare.

Il cibo che abbonda nei fast-food non può essere definito naturale poiché contiene additivi di ogni genere. In particolare il glutammato di sodio che delizia il palato e rende un cibo qualsiasi, anche quello più insipido, molto attraente. In seguito all’eccitamento dei centri del sistema nervoso e gustativi, è chiaro che il nostro encefalo ottiene più piacere. Quando l’uomo si abitua a una tale azione eccitante del glutammato, in particolare sui suoi ricettori, altri cibi gli sembrano privi di gusto. Ha bisogno sempre di più e di più. Infine, soprattutto bambini che non hanno un forte sistema nervoso, possono diventare abbastanza iperattivi e facilmente irritabili. In generale ciò potrebbe avere un impatto molto negativo sulla loro salute.

Analizzando alimentazione collettiva contemporanea William Pokhljobkin, il classico della letteratura culinaria nazionale, nel suo libro “La mia cucina e il mio menù” scrive che dietro ai processi della semplificazione degli sforzi culinari vi sono due fattori lontani dalla culinaria. “I primi sono stati cambiamenti generali avvenuti nel mondo, nel commercio mondiale, nelle forniture al nostro paese dei prodotti alimentari d’importazione. Il secondo fattore è soggettivo, dovuto al cambiamento della psicologia dell’uomo moderno che aspira sempre di più a liberarsi dalle incombenze culinarie domestiche. Secondo il parere dell’autore, i russi hanno iniziato a copiare il modello gastronomico americano. Oggi molti cittadini USA hanno nei loro appartamenti le cucine ben attrezzate, ma molto raramente le usano per quello che sono destinate, durante le feste. L’alimentazione avviene esclusivamente nei ristoranti della catena fast-food. A volte sembra che non ci sia una via d’uscita da questa catena alimentare, ma la via d’uscita c’è sempre, continua il medico-dietologo Elena Solomatina.

Si può sempre trovare qualche prodotto a base di latte quagliato, si può sempre trovare noccioline, frutta secca. Capisco che la scelta non è molto vasta, ma questi prodotti, che si chiamano colazione veloce a base di cereali, sono già in vendita. Coloro che amano cibi piccanti possono aggiungere allo yogurt naturale del rafano, della senape, mettere sopra un pomodoro, un cetriolo, un’insalata, cavoli alla pechinese, broccoli, anche mangiati crudi, si può aggiungere qualsiasi prodotto. In sostanza, quando ci pensi e ti guardi attorno risulta che ci sono in abbondanza saporiti e salutari prodotti che possono essere usati come ingredienti in diverse combinazioni.

Recentemente a San Pietroburgo hanno imboccato il sentiero della guerra contro hamburger e bevande gassate, proponendo di tassare cibi nocivi. Nel mondo anglosassone questa forma di tassazione si chiama la tassa sul «junk food», già da qualche tempo “mainstream” negli stati con medio e alto tenore di vita. Cosicché negli USA sono già state applicate le sovrattasse sui fast-food e bibite zuccherate in alcuni stati. Nel 2012 la Francia ha seguito l’esempio americano. In sé e per sé questa tassa non è molto elevata — soltanto un centesimo di euro per ciascun barattolo di bibita gassata. Ciononostante le entrate dovute alla sua applicazione si valutano in 120 milioni di euro l’anno. Per quanto riguarda la Russia, nel futuro le misure contro il cibo grasso potranno essere paragonate a quelle a favore della sobrietà o contro il fumo.

La Voce della Russia
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