VENEZIA - La foto galeotta di un gruppo di ragazzi della 'Giovane Italia' immortalati nel gesto del saluto fascista fa finire nella bufera in queste ore in Veneto l'assessore regionale all'istruzione Elena Donazzan, Pdl ex An, emblema degli anti-25 Aprile. La 'Giovane Italià è un movimento Pdl molto vicino a Donazzan, e quelli immortalati nella foto-provocazione avevano partecipato proprio lunedì scorso con l'assessore alla cerimonia di commemorazione davanti alla foiba del Bus de la Spaluga, sull'altopiano d'Asiago. Una sorta di contro-festa della Liberazione con cui da 14 anni Donazzan ricorda il luogo dove nel '45 morirono soldati tedeschi e militari della Rsi.
La foto era stata scattata a manifestazione già terminata. Una «provocazione» ha commentato oggi la coordinatrice nazionale della 'Giovane Italia', Annagrazia Calabria, definendola «inopportuna»; mentre la sua vice, Martina Sassoli, si è detta «profondamente preoccupata per il clima che si sta creando in questi giorni in Veneto». Donazzan, interpellata dall'ANSA, ha preso le distanze da quel saluto fascista: «io non l'avrei fatto, l'ho detto anche ai ragazzi» dice l'assessore, spiegando che quel gesto era in risposta ad un attacco del sindaco di Vicenza. Achille Variati, parlando dal palco del 25 Aprile, aveva dato dei «neofascisti» a quelli della 'Giovane Italià, respingendo a muso duro la richiesta di cambiare il nome del Museo del Risorgimento e della Resistenza, omettendo 'Resistenzà ed inserendo il termine 'Concordia Nazionalè. Così i giovanotti del movimento di destra, finita la cerimonia davanti alla foiba, avevano preso la macchina fotografica e si erano messi in posa con il braccio alzato, davanti al tricolore della Repubblica Sociale. L'immagine era stata spedita via mail al un giornale locale: «Variati ci vorrebbe così...» era aggiunto a mò di didascalia. Tant'è. La foto del gruppo filo-Donazzan ha ridato fuoco alla polemica sul 25 Aprile «che non è la festa di tutti» e che l'assessore ha giurato non celebrerà fino a che non saranno rispettati tutti i morti, «non solo della Resistenza».
«Ancora una volta Donazzan e i ragazzi della Giovane Italia che hanno esibito il saluto fascista e la bandiera della Rsi davanti alla foiba di Lusiana hanno infangato con parole e gesti il 25 aprile» ha tuonato il consigliere veneto del Pd, Piero Ruzzante, subito seguito dal segretario regionale del partito, Rosanna Filippin: «gli omaggi al fascismo e alla Repubblica Sociale dei giovanotti allevati alla scuola di Elena Donazzan non sono una goliardata incidentale». Nel frattempo l'assessore aveva aggiunto dell'altro, annunciando che farà un tour di «ispezioni» nelle scuole venete per verificare i casi di professori che fanno politica «sempre a sinistra»; salvo aggiungere in seguito che si tratterà di «visite di confronto», perchè la Regione non ha potere ispettivo sui programmi scolastici. «Il dato ricorrente - afferma - è che, quasi sempre si tratta di docenti di Sinistra, di libri di testo di Sinistra, di assemblee di istituto di Sinistra, il tutto in orario scolastico». Sul saluto romano, infine, Donazzan ha chiarito che lei non l'avrebbe fatto perchè così è stato tolto peso alle parole di Variati sui giovani 'neofascistì. «Parole - ha concluso - che io prendo molto sul serio, e possono costituire un rischio per la mia incolumità. Io giro per la mia città e non voglio rischiare di essere presa a sprangate come è accaduto a Padova al consigliere Vittorio Aliprandi».
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[Modificato da AbbaZuzzU 28/04/2011 04:24]